Carissimo
Michele Chiaromonte, sento l’esigenza di scriverti dopo aver
appreso dai giornali la notizia della tua cacciata da co-coordinatore
del PDL.
Agli
inizi di Agosto ho avuto modo di apprezzare la tua uscita pubblica e
il tentativo, sia pur tardivo, di far tornare la politica casalina
nell’alveo della correttezza e del rispetto reciproco e di mettere
fine alle continue offese e denigrazioni che noti esponenti del tuo
partito utilizzavano, ed ahimè continuano ad utilizzare, nei
confronti degli avversari politici e più in generale, come a te sta
accadendo, nei confronti di tutti coloro i quali non condividono il
loro modo di agire.
Mi
ero affidato alla tua saggezza e ai tuoi capelli bianchi nella
speranza che tu potessi far cambiare rotta ai tuoi amici di partito
affinchè si potessero occupare, dentro e fuori il consiglio
comunale, dei seri problemi della nostra comunità attraverso un
confronto sereno e leale nel rispetto delle posizioni di ogni parte
politica.
Speravo
in questa svolta, anche se, ti confesso, la ritenevo quasi
impossibile per la conoscenza dei tuoi interlocutori.
Infatti,
è bastato un solo pensiero fuori dal coro che anche tu sei subito
diventato un loro avversario e, dopo l’allontanamento dal PDL, un
loro nemico giurato esattamente come quei cattivi di SEL.
Subire
attacchi verbali violenti, subire continue denigrazioni, subire
spesso offese che vanno al di la delle questioni pubbliche fa male
ed io lo so bene.
Ma
non puoi certo dirmi che non ti avevo avvisato.
Lo
feci durante le trattative per la composizione delle liste elettorali
ma rimasi inascoltato con il risultato che hai, insieme ad altri,
consentito, con il consenso elettorale del tuo partito, di prendersi
il potere da primo cittadino ad un esponente di un partito diverso
dal tuo che era ormai isolato da tutte le trattative.
Lo
feci all’indomani della vostra vittoria elettorale allorquando ti
avvertì del pericolo che il Primo Cittadino ci avrebbe messo poco a
monopolizzare le azioni e le menti della futura maggioranza di
governo ma anche quella volta rimasi inascoltato.
Lo
feci più volte quando ti sollecitavo a prendere provvedimenti o
comunque a reagire di fronte all’atteggiamento di noti esponenti
dell’allora UDC che offendevano pesantemente e continuativamente i
propri avversari politici ma son rimasto per lungo tempo inascoltato
e ho continuato a subire attacchi personali, insieme ai miei amici di
partito e di coalizione, senza che nessuno del tuo partito abbia mai
mostrato qualche cenno di dissenso fatta eccezione per il tuo
intervento che ho apprezzato ma per la quale ci sono voluti più di 2
anni.
Ed
oggi per ironia della sorte, dopo che hai consentito l’ingresso nel
PDL di tutti i componenti dell’ex UDC, ti ritrovi scacciato fuori
dal tuo partito per una decisione presa da un direttivo infarcito di
ex UDC e ti ritrovi vittima degli stessi attacchi personali che noi
subiamo da tempo.
Tale
situazione mi ha riportato alla mente la poesia di Bertold Brecht
“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari”, la cui
lettura integrale ti consiglio, che conclude così: “Poi vennero
a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero
comunista. Un giorno vennero a prendere me,e non c’era rimasto
nessuno a protestare”.
Spero,
caro Michele, che queste poche righe ti siano d’aiuto per
comprendere che non tutte le persone sono abituate a rispettare gli
altri.
Ti
auguro di poter tornare presto alla guida del PDL con la correttezza
che ti contraddistingue.
Sono
certo che con la tua guida non mancheranno mai momenti di confronto ,
anche di scontro aspro, sulle idee nel rispetto di tutti aldilà
delle posizioni politiche.
Con
la stima di sempre,
Luigi
Panzuto